Smart city e sicurezza: le tecnologie e le strategie per città più sicure

Dalla sensoristica IoT alla videosorveglianza intelligente, l’innovazione tecnologica può rendere le smart city più sicure: ecco soluzioni, rischi e benefici
Telecamera di video sorveglianza in città
Shutterstock

Quando si valuta lo “stato di salute” di una comunità, i sondaggi non indagano soltanto la sicurezza oggettiva, cioè l’effettivo numero di reati compiuti, ma anche quella soggettiva, cioè quanto le persone si sentono sicure abitando lo spazio urbano. 

Secondo i dati Istat, ad esempio, in Italia nel 2023 il 23,3% delle famiglie percepiva un rischio di criminalità nella propria zona di residenza: una quota in leggero aumento rispetto all’anno precedente.

La sicurezza e la sua percezione sono un tema centrale anche quando si parla di smart city. Uno dei vantaggi attribuiti alle “città intelligenti”, infatti, è appunto la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie per migliorare la sicurezza degli spazi urbani e delle persone che li frequentano.

Tecnologie di sicurezza nelle smart city

A rendere “intelligente” una smart city è l’uso di soluzioni digitali e tecnologiche, come Intelligenza artificiale e Internet of Things, allo scopo di raccogliere dati in tempo reale e, sulla base di questi, gestire i servizi urbani in modo più efficiente e interconnesso.

Si tratta di tecnologie innovative applicabili a numerosi ambiti: dalla mobilità alla raccolta dei rifiuti, dalla fornitura d’acqua alla gestione energetica… fino, appunto, alla sicurezza. Su questo fronte, tra le principali soluzioni tecnologiche per le smart city ci sono le videocamere di sorveglianza intelligenti

Mentre le telecamere di sorveglianza oggi installate nella maggior parte delle città italiane si limitano a conservare delle registrazioni che possono eventualmente essere consultate in un secondo momento, e non sempre con facilità, le telecamere smart sono interconnesse e le riprese sono condivise in tempo reale con le forze dell’ordine nel caso in cui vengano rilevati incidenti, crimini o altre situazioni critiche.

Un’altra possibilità è il riconoscimento facciale, una tecnologia biometrica capace di riconoscere una persona sulla base delle sue caratteristiche fisiologiche e che in alcuni Paesi del mondo, come la Cina, viene già usata in modo diffuso per facilitare i controlli di identità.

Per favorire la sicurezza in ambito urbano ci sono altrimenti i sensori di movimento IoT, che potrebbero ad esempio essere impiegati per produrre un suono di allarme o inviare una notifica nel momento in cui si rileva un movimento sospetto o pericoloso in una determinata area. 

Benefici delle soluzioni di sicurezza per i cittadini

All’applicazione di queste e altre tecnologie smart in ambito urbano viene riconosciuta la capacità di aumentare la sicurezza sia oggettiva sia soggettiva. 

Il ricorso diffuso a queste soluzioni digitali in rete potrebbe infatti fungere da deterrente e portare a una riduzione della criminalità. Inoltre, potrebbe permettere alle forze dell’ordine di controllare il territorio in modo più capillare ed efficace, ma anche di intervenire prontamente dove e quando necessario. Un fattore, quest’ultimo, che può rassicurare la cittadinanza e migliorare ulteriormente la percezione della sicurezza in ambito urbano.

Futuro della sicurezza urbana nelle smart city

Nelle smart city le nuove tecnologie puntano sempre a migliorare la qualità della vita dei cittadini rendendo le città più sicure, sostenibili e innovative. Un obiettivo lodevole, che bisogna però raggiungere senza trascurare i possibili rischi dell’operazione.

Le tecnologie appena citate, alcune più di altre, sono infatti spesso giudicate controverse perché raccolgono, conservano e mettono in rete una grande quantità di dati che riguardano i cittadini, le loro vite e le loro abitudini. 

Questo pone da una parte il tema della sicurezza di questi dati: bisogna insomma avere la certezza che vengano gestiti in modo trasparente e sicuro e che vengano adeguatamente protetti da utilizzi illeciti e da attacchi informatici che potrebbero diffondere informazioni sensibili.

Dall’altra parte, invece, c’è il tema della privacy dei cittadini stessi. Il sistema di riconoscimenti facciale, ad esempio, è da alcuni considerato problematico perché potrebbe essere utilizzato dall’autorità pubblica per sorvegliare e controllare la popolazione, riducendo la libertà individuale.

Proprio per evitare questi e altri rischi, alcuni Governi stanno provando a regolare l’uso di queste soluzioni digitali, che altrimenti prolifererebbero in modo incontrollato e in un vuoto normativo. Ad esempio, l’Unione Europea alla fine del 2023 ha proposto di rendere la tecnologia di identificazione biometrica utilizzabile solo in casi particolari, ad esempio la prevenzione di una specifica minaccia terroristica.

Rispondendo a una esigenza diffusa nella cittadinanza, probabilmente le tecnologie di sicurezza continueranno a evolversi nelle smart city. Per farlo in modo che abbiano davvero un impatto positivo sulla vita urbana, però, dovranno necessariamente essere accompagnate da un continuo aggiornamento tecnologico e normativo in grado di rendere queste soluzioni digitali affidabili ed eticamente accettabili.

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