Tecnologiche, innovative, efficienti, sostenibili, connesse. In una parola: intelligenti. Smart city– che significa appunto “città intelligente” – è un termine che negli ultimi anni ha guadagnato popolarità.
Oltre che per indicare la traiettoria futura verso cui dovremmo dirigerci, è un termine utilizzato per descrivere quei centri urbani grandi e piccoli che già oggi spiccano per la capacità di usare soluzioni tecnologiche e digitali al servizio della qualità della vita dei cittadini.
Se in Europa e nel mondo in cima alla classifica delle città smart ci sono ad esempio Zurigo, Oslo, Ginevra, Copenaghen e Londra, qual è invece la situazione oggi in Italia?
Cosa rende una città smart
Esistono diverse classifiche delle città più smart, in Italia e fuori, e le differenze tra una e l’altra possono essere dettate dai criteri utilizzati per calcolare i punteggi attribuiti a ciascun centro urbano.
È fondamentale ovviamente prendere in considerazione gli elementi che rendono effettivamente una città intelligente, come ad esempio la capacità delle Amministrazioni di adottare strumenti digitali e di gestione avanzati, oppure l’integrazione nel tessuto urbano di soluzioni di mobilità e micromobilità sostenibile.
A rendere una città intelligente contribuiscono anche la connettività, l’inclusività e la gestione efficiente dei servizi.
Sono tutti aspetti presi in considerazione nel report City Vision Score 2024-2025, curato da Blum e Prokalos per City Vision. Per valutare il “grado di intelligenza” di tutti i 7901 Comuni italiani, da Nord a Sud, la ricerca ha utilizzato trenta indicatori che coprono sei dimensioni chiave: Smart governance, Smart economy, Smart environment, Smart living, Smart mobility, e Smart people.
Tra i fattori presi in considerazione da questa particolare ricerca ci sono anche, tra gli altri, la percentuale di raccolta differenziata, la percentuale di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, la presenza di piste ciclabili, la concentrazione di veicoli a bassa emissione, la capillarità dei punti di ricarica per auto elettriche, l’accesso ai servizi essenziali, il numero di start-up, il tasso di occupazione e la percentuale di laureati.
Città capoluogo: le più smart
Secondo il report, Milano si conferma la città più smart d’Italia: a farla salire in cima alla classifica sono stati soprattutto i punteggi nelle categorie economia e mobilità. Considerando solo i capoluoghi di provincia, seguono Treviso, Parma, Vicenza, Bologna, Padova e Pordenone.
La presenza in classifica in posizioni così avanzate di grandi città come Parma, Vicenza, Bologna e Padova conferma il ruolo predominante dell’Emilia-Romagna e del Veneto nel panorama delle smart city italiane.
Nel Nord-Ovest, Torino emerge come il primo capoluogo al di fuori della Lombardia in posizione di rilievo. Nel Centro Italia, invece, i capoluoghi di riferimento sono Pisa e Firenze, ai quali è stata riconosciuta la capacità di gestione efficiente e tecnologica del territorio.
In tutti i capoluoghi del Nord la ricerca ha riconosciuto soprattutto il ruolo trainante di smart economy, smart governance e smart mobility, evidenziando la presenza di infrastrutture che spesso mancano nelle regioni meridionali. Un elemento che emerge dai dati della ricerca, infatti, è la persistenza di un divario cronico tra le città del Nord e del Sud.
Teramo è l’unico capoluogo del Mezzogiorno presente nelle prime cinquanta posizioni della classifica. Considerando invece le grandi città in generale, nel ranking relativo a Sud e Isole ci sono anche Cagliari, Sassari (entrambe in Sardegna), Pescara (Abruzzo), Bari (Puglia) e Salerno (Campania).
Piccoli comuni e grandi risultati
Secondo il report, c’è un evidente “effetto traino”: ovvero, spesso i Comuni più grandi diventano un traino per il territorio circostante, con effetti positivi sui centri urbani più piccoli nel raggio di 50 km. Una dimostrazione del fatto che “smart city” non è una descrizione calzante solo per le metropoli.
Considerando il Nord Italia, tra i primi cinque Comuni in classifica solo uno ha una popolazione superiore ai 100mila abitanti (Milano). Gli altri, pur avendo dimensioni molto più ridotte, si sono fatti notare per le soluzioni smart che hanno adottato: si tratta di Credera Rubbiano (1532 abitanti in Lombardia); Cordovado, in Friuli-Venezia Giulia; Imola, in Emilia-Romagna; e Casaletto Vaprio, il Lombardia.
Nel Centro Italia nella top 5 si trovano quattro comuni toscani sotto i 50mila abitanti: Bagno a Ripoli, Bientina, Calenzano e Sesto Fiorentino. In terza posizione c’è un piccolo comune marchigiano, Piobbico, che ha 1800 abitanti. «Questa forte rappresentanza» della Toscana, si legge nel report, «evidenzia come la Regione abbia saputo fare della sostenibilità e della qualità della vita dei cittadini un punto di forza».
Nella classifica relativa solo ai Comuni del Sud e Isole si fa notare invece l’Abruzzo con Fara San Martino (1268 abitanti), Poggio Picenze (994), Montorio al Vomano (7397) e Castel di Ieri (293). In seconda posizione in questa top 5 c’è un comune sardo: Masullas, mille abitanti in provincia di Oristano.
Più a Sud entrano in classifica anche alcuni Comuni in Basilicata e Calabria, come Lagonegro (Potenza) e Soverato (Catanzaro).