Smart City, città intelligente. Così vengono chiamati quei luoghi che utilizzano soluzioni tecnologiche e digitali per rendere più efficienti i servizi e l’organizzazione dell’ambiente urbano.
A beneficiarne sono prima di tutto le persone, che si trovano così a vivere in una città che, tra le altre cose, produce meno emissioni inquinanti, offre una migliore rete di trasporti e ha spazi pubblici che rispondono alle reali esigenze dei cittadini.
Come viene utilizzato l’IoT nelle città intelligenti?
A rendere “intelligente” una Smart City è l’Internet of Things: abbreviata con la sigla IoT, si tratta di una tecnologia che, connettendo infrastrutture e oggetti di uso quotidiano alla rete internet, permette di raccogliere dati in tempo reale e di prendere decisioni sulla base di questi.
La gestione dell’illuminazione pubblica urbana è un esempio perfetto per capire questo discorso: collegati a internet e controllati da remoto, i lampioni possono essere regolati in base alle effettive condizioni di luce del momento, così da evitare sprechi e ottimizzare l’uso dell’energia.
Ma le applicazioni dell’IoT nelle città intelligenti non si limitano a questo. A essere collegati a internet e gestiti in modo più efficiente potrebbero essere anche telecamere di sicurezza, sensori di traffico, contatori, ascensori, impianti di riscaldamento e raffreddamento… L’obiettivo è sempre lo stesso: migliorare l’efficienza urbana e, di conseguenza, la vita dei cittadini, rendendo le città più sicure, funzionali e sostenibili.
Quali sono i benefici dell’IoT per i cittadini e le città?
Uno dei vantaggi che l’IoT può portare nelle aree urbane è la riduzione del traffico e, in generale, del tempo passato in auto. Installati strategicamente sulle strade, i sensori smart possono infatti monitorare la presenza di macchine in tempo reale: sulla base di questi dati, il flusso di veicoli può essere gestito di conseguenza, così da evitare ulteriori rallentamenti.
Se i sensori intelligenti sono installati nei parcheggi, invece, può diventare più semplice localizzare i posti liberi ed eventualmente pagare la sosta. Da queste tecnologie trae beneficio anche la mobilità sostenibile, inclusa la micromobilità elettrica. In una Smart City i veicoli come auto e bus elettrici, ma anche e-bike ed e-scooter, possono infatti facilmente accedere a una diffusa rete di stazioni di ricarica digitalizzate.
Un altro aspetto positivo è la migliore gestione delle risorse. Certamente si parla qui di risorse energetiche che, come nel caso dell’illuminazione pubblica, possono essere sfruttate in modo più efficiente e senza sprechi, attivandosi in funzione della effettiva domanda del momento. Ma non solo.
I sistemi di monitoraggio possono anche aiutare ad amministrare in modo intelligente la rete idrica, notificando immediatamente eventuali perdite. Installati sui cassonetti dei rifiuti, altrimenti, possono rendere più efficiente il servizio di raccolta.
Cosa riserva il futuro per l’IoT nelle città?
Le persone che vivono nei centri urbani aumentano sempre di più: secondo l’ONU, nel 2050 il 66% della popolazione mondiale abiterà in una città. Di fronte a questa prospettiva, e considerando anche le conseguenze della crisi climatica e ambientale che già oggi vediamo, quella di diventare “smart” non è più una scelta, ma una necessità: solo una gestione intelligente delle risorse, dei rifiuti, dell’energia e dei servizi potrà mantenere le aree urbane sostenibili e vivibili.
Non a caso da alcuni anni gli investimenti nelle tecnologie IoT non mancano, nemmeno in Italia. Secondo l’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2023 il mercato italiano delle Smart Cities ha raggiunto un miliardo di euro, segnando un +11% rispetto al 2022.
La maggior parte degli investimenti nazionali hanno interessato l’illuminazione pubblica e la Smart Mobility, ma si prevede che a breve prenderanno sempre più piede le soluzioni tecnologiche e digitali applicabili al settore della sicurezza e della sorveglianza e alla gestione delle Comunità energetiche rinnovabili.
Sempre secondo l’Osservatorio, due tendenze in particolare potrebbero affermarsi in futuro: da una parte l’impiego diffuso dell’intelligenza artificiale nelle città intelligenti, dall’altra la creazione di sistemi che connettono più centri urbani – in un’ottica quindi di Smart Land, più che di Smart City.
Perché ciò accada, è però necessario investire nella formazione di figure tecniche con le competenze giuste per gestire sistemi innovativi come IoT e intelligenza artificiale. Le grandi città, inoltre, dovrebbero dotarsi di una strategia per rendere la città smart: al 2023, questa mancava del tutto in 23 dei 44 Comuni italiani con più di centomila abitanti. All’estero la situazione è diversa e infatti gli esempi virtuosi di Smart Cities si trovano appunto fuori dall’Italia. Secondo il rapporto del 2023 della IESE Business School, che ha esaminato 183 città in 92 Paesi del mondo, le città più smart al momento sono Londra, New York e Parigi.