Dopo la brusca frenata del 2020, le città italiane sono tornate alla situazione pre-pandemia: l’auto è ancora il mezzo più usato per gli spostamenti in ambito urbano, i tassi di motorizzazione e di incidentalità sono cresciuti e le emissioni inquinanti, seppure in diminuzione, sono ancora pericolosamente alte.
È questa la fotografia restituita dal rapporto MobilitAria 2024, elaborato anche quest’anno da Kyoto Club e Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR IIA) con l’obiettivo di monitorare come cambiano la qualità dell’aria e le politiche di mobilità urbana in quattordici grandi città e aree metropolitane italiane.
Perché è importante monitorare traffico e qualità dell’aria
La premessa da cui parte lo studio annuale di Kyoto Club e CNR IIA, giunto alla settima edizione, è l’assenza in Italia di dati integrati sulla mobilità urbana che possano essere messi in correlazione con l’inquinamento acustico e atmosferico. Eppure, come è noto, il modo in cui ci si sposta in ambito urbano incide significativamente sulla salute e sulla qualità di vita dei cittadini.
Se la maggior parte delle persone utilizza l’auto anche per brevi spostamenti, infatti, chiaramente aumenteranno traffico, rumore e inquinamento. Se invece cresce la quota di persone che scelgono mezzi alternativi, tra cui trasporto pubblico e micromobilità elettrica, si potranno ottenere maggiori effetti positivi dal punto di vista ambientale e della vivibilità del contesto urbano.
I dati di MobilitAria 2024 si riferiscono a Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia, ma l’ambizione degli autori è di poter estendere lo studio a tutti i capoluoghi italiani.
MobilitAria 2024: cosa dicono i risultati dello studio
Secondo il rapporto MobilitAria 2024, i cui dati si riferiscono al 2023, in nessuna delle città metropolitane prese in esame c’è stato un aumento dei valori di biossido di azoto, un inquinante prodotto soprattutto dal traffico veicolare. I livelli di PM10 e PM2,5 sono diminuiti, con la sola eccezione di Messina, Palermo e Firenze, dove invece la concentrazione di PM10 è aumentata leggermente.
Per quanto riguarda la mobilità, l’auto resta la grande protagonista degli spostamenti in città e il tasso di motorizzazione italiano, che è uno dei più alti nell’Unione Europea, ha continuato a crescere. Una situazione che, avverte lo studio, rende molto urgenti misure che favoriscano la decarbonizzazione e che permettano di ridurre traffico e inquinamento. Tra le più diffuse ci sono l’adozione di zone a basse emissioni (cioè aree in cui è precluso l’accesso ai veicoli più inquinanti), il potenziamento del trasporto pubblico e la creazione delle Città 30 per tutelare chi si sposta a piedi o in bici.
MobilitAria 2024 sottolinea anche che l’esposizione all’inquinamento atmosferico ha un importante impatto sanitario, perché causa ancora molte morti premature e problemi di salute. Le stime indicano che le politiche mirate a ridurre le emissioni inquinanti, e dunque la mortalità a esse connessa, potrebbero portare anche a grandi benefici in termini economici per tutta la popolazione italiana.