Chi non vorrebbe spostarsi rapidamente in città, nonostante il traffico, riducendo sia la spesa economica sia l’impatto ambientale? Sono questi i principali vantaggi per chi utilizza la micromobilità elettrica, una novità che da qualche anno si sta diffondendo sempre di più anche nelle città italiane.
Con il termine mobilità elettrica ci si riferisce in generale ai mezzi di trasporto alimentati a energia elettrica e non a benzina, incluse automobili e moto. La micro mobilità elettrica, invece, come suggerisce il nome ha a che fare solo con i veicoli più piccoli e leggeri della categoria, come e-bike ed e-scooter.
Tipicamente dotati di una o due ruote, i mezzi della e-micromobility migliorano la vita di chi li utilizza perché garantiscono libertà di movimento, sono facili da trasportare e da parcheggiare e in più riducono il nostro impatto sull’ambiente. Ultimo ma non meno importante, comportano consumi energetici e costi molto inferiori rispetto a un autoveicolo elettrico.
Cos’è la micromobilità elettrica e quali sono i mezzi
I mezzi della e-micromobilty sono sempre dotati di un motore elettrico di potenza contenuta (non più di 0,5 kW) alimentato da una batteria ricaricabile tramite le prese domestiche oppure presso le apposite colonnine, che ormai si trovano facilmente in diverse zone strategiche come strutture ricettive e punti di noleggio.
L’autonomia della batteria è comunque sufficiente per compiere tragitti in ambito urbano rapidamente, in sicurezza e senza contribuire ulteriormente all’inquinamento né al traffico. Una rivoluzione non da poco per le nostre città, dove il diffondersi della micromobilità elettrica sta effettivamente modificando le abitudini di spostamento delle persone e contribuendo a rendere gli spazi urbani più vivibili e salubri.
Il veicolo più comune della categoria è il monopattino elettrico, che in inglese è chiamato e-scooter. Agile e leggero, ormai un elemento immancabile del panorama cittadino, questo mezzo può essere usato su strade e piste ciclabili e ha dalla sua il vantaggio di non richiedere alcuno sforzo da parte dell’utente, che deve semplicemente governare la direzione attraverso il manubrio.
Poi c’è la bici elettrica o e-bike, la scelta prediletta da chi deve coprire distanze più lunghe. In questo caso il motore elettrico non sostituisce completamente la pedalata, ma la supporta: ecco spiegato perché questi popolari mezzi di trasporto sono chiamati anche biciclette elettriche a pedalata assistita!
Un altro mezzo di micromobilità, seppur meno diffuso, è il segway. Costituito da una pedana con due ruote parallele e un manubrio, si manovra spostando il peso del corpo avanti e indietro e, come nel caso del monopattino elettrico, non necessita di alcuna “spinta” da parte dell’utente: il motore elettrico è l’unica fonte di energia.
Funzionano nello stesso identico modo l’hoverboard e il monowheel, gli esponenti di gran lunga più leggeri della categoria che, dunque, possono essere trasportati a mano ancora più facilmente. L’hoverboard è sostanzialmente un segway senza manubrio, una sorta di skateboard composto da due ruote parallele unite da una piattaforma. Il monowheel invece, come si può intuire dal nome, è una singola ruota con due pedane laterali per i piedi.
Normative e leggi per la micromobilità elettrica
Quali sono le leggi che regolano la micromobilità elettrica? Ovvero, più concretamente: dove si può circolare, a quale velocità massima e a quali condizioni? La risposta dipende dal mezzo di trasporto usato, ma non bisogna dimenticare che il quadro normativo è stato aggiornato più volte negli ultimi anni ed è ancora in evoluzione. Inoltre, i singoli Comuni hanno una certa libertà nel definire le zone di circolazione e di sosta.
Non c’è da stupirsene: a parte le bici elettriche, che sono autorizzate in Italia dal 2003, gli altri mezzi di micromobilità sono stati introdotti per la prima volta a livello normativo solo nel 2019, anno in cui è stata avviata nel nostro Paese una fase sperimentale della loro circolazione nelle aree urbane. Si tratta, insomma, di novità ancora relativamente recenti.
Le bici elettriche possono circolare su piste ciclabili e strade urbane e devono osservare gli obblighi già validi per le biciclette tradizionali, come avere le luci anteriori e posteriori e rispettare la segnaletica orizzontale e verticale. Per essere a norma, il loro motore elettrico deve avere una potenza non superiore a 0,25 kW e l’assistenza alla pedalata deve interrompersi quando si raggiungono i 25 Km/h. Il limite di velocità da rispettare è quello in vigore sulla strada che si percorre. Non è obbligatorio, ma possono essere registrate negli appositi elenchi.
Nel 2020 i monopattini elettrici sono stati equiparati alle biciclette: gli utenti sono quindi tenuti al rispetto del Codice della strada e, in base agli aggiornamenti normativi del 2021, possono viaggiare massimo a 20 Km/h sulle strade urbane e massimo a 6 Km/h nelle aree pedonali. Quest’ultimo limite di velocità è valido anche per monowheel e hoverboard, mentre i segway possono arrivare a 20 Km/h. In generale, la micromobilità elettrica si può usare a partire dai 14 anni.
Ulteriori aggiornamenti sono stati previsti nel 2024 dal nuovo Codice della strada, che tra le altre cose introduce per chi usa il monopattino l’obbligo di targa, assicurazione e casco (quest’ultimo in precedenza era richiesto solo ai minorenni).
Bonus e incentivi per la micromobilità elettrica
E-Bike, e-scooter & co. possono essere noleggiati a breve o a lungo termine, anche tramite i servizi di sharing, oppure acquistati. Soprattutto in quest’ultimo caso si rivelano particolarmente interessanti gli incentivi dedicati alla micromobilità elettrica.
Negli ultimi anni è capitato diverse volte che questi bonus venissero attivati a livello statale o locale. Accadde ad esempio nel 2020: il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture decisero di incentivare la mobilità sostenibile con il Bonus Mobilità, che prevedeva contributi fino a 500 euro per acquistare biciclette a pedalata assistita, monopattini elettrici, hoverboard e segway. La misura copriva anche il ricorso ai servizi di sharing.
Nel 2024 non risultano incentivi nazionali all’acquisto di mezzi di micromobilità elettrica e sostenibile, ma sono invece le singole Regioni a poter decidere se applicare o no la misura. Così ha fatto l’Emilia-Romagna, che con il suo Bonus Bici 2024 ha previsto un contributo di 500 euro per chi acquista una bici elettrica e di 1000 euro per chi compra una cargo bike a pedalata assistita. L’incentivo è riservato ai residenti di 207 Comuni della regione.
Non è escluso che nei prossimi mesi anche altre regioni seguano questa stessa strada promuovendo bonus per la micromobilità elettrica riservati ai propri residenti o a particolari categorie.
Assicurazione per e-bike e monopattini elettrici
Chi si sposta con una e-bike o un e-scooter di proprietà deve occuparsi personalmente dell’assicurazione. Non è un punto da sottovalutare: proprio come accade per le auto, la copertura assicurativa è un elemento essenziale per muoversi in città con maggiore serenità e sicurezza. Propria e altrui!
Divenuta obbligatoria per gli e-scooter e sempre consigliata per le e-bike, l’assicurazione RC (che sta per Responsabilità Civile) serve a risarcire i danni materiali e fisici che la persona assicurata potrebbe causare in caso di incidente. Esistono poi una serie di garanzie accessorie che è sempre possibile integrare nel pacchetto assicurativo scelto e che ha senso valutare anche in base alle proprie abitudini di spostamento.
Nell’assicurazione per e-bike e monopattino elettrico si potrebbe aggiungere ad esempio l’opzione furto e incendio: quando si parcheggia il proprio mezzo, d’altronde, non sempre una catena, per quanto robusta, è sufficiente a dissuadere i malintenzionati. Altre opzioni da considerare possono essere la tutela legale, che risarcisce le spese della persona assicurata in caso di controversie penali o civili, e gli infortuni al conducente, che copre i danni fisici subiti dalla persona alla guida del mezzo in caso di incidente con colpa.
Stipulare un’assicurazione RC per monopattini e bici elettriche è un’idea da prendere in considerazione anche se si utilizzano prevalentemente i servizi di noleggio e sharing. In genere queste compagnie prevedono già delle polizze assicurative, che però potrebbero lasciare alcune spese (ad esempio, i danni materiali al veicolo noleggiato) a carico dell’utente. Un’assicurazione individuale è dunque una certezza in più, perché opererebbe integrandosi con quella della compagnia di noleggio.
Consigli pratici per l’utilizzo della micromobilità elettrica
Ci sono molti modi per migliorare la propria vita quotidiana ricorrendo alla micromobilità elettrica. Prima di tutto c’è da considerare quello che in inglese è definito first o last mile: il primo o l’ultimo miglio, ma potremmo anche dire chilometro, che fa parte di un determinato percorso abituale, come il tragitto casa-lavoro.
È frequente, infatti, che le persone raggiungano l’ufficio grazie al trasporto pubblico, ma anche che ci sia un più breve tratto di strada iniziale o finale che non è servito da nessun mezzo e che non si trova nelle vicinanze di nessuna fermata. È proprio qui che la micromobilità elettrica si rivela un’alleata preziosa per risparmiare tempo, soldi ed energie.
Una e-bike pieghevole, un monopattino elettrico o uno degli altri mezzi elettrici più piccoli e leggeri possono essere comodamente trasportati in treno o in autobus, ma anche nel baule della macchina, e utilizzati solo nei brevi tratti in cui è necessario: per arrivare da casa alla stazione oppure dalla fermata della metro all’ufficio.
Quando si visita una città per la prima volta, invece, e-scooter, segway e monowheel possono diventare un modo originale e divertente per coprire le brevi distanze tra un monumento e l’altro, oltre che per esplorare con lentezza (e senza troppa fatica) le bellezze urbane dei dintorni. Non serve andare lontano: nulla vieta di vivere la stessa esperienza, in un weekend di sole, provando a fare “i turisti a casa propria”.
Per tante persone però usare la micromobilità elettrica è diventata una scelta consapevole e quotidiana, che viene fatta ogni volta che ci si deve spostare in città, che sia per lavoro, per fare una commissione, per incontrare gli amici o per passare il tempo libero. La libertà di movimento e la certezza di contribuire a uno stile di vita più sostenibile sono in effetti conseguenze positive a cui, una volta che ci si abitua, è davvero difficile rinunciare.