Codice della Strada, primo ricorso alla Corte Costituzionale e nuova circolare: tutte le novità

Il Codice della Strada arriva in Corte Costituzionale: c’è il primo ricorso che chiede ai giudici di valutare la legittimità dell’articolo 187. Questo, però, non è l’unico problema
martello del giudice
Shutterstock

Il nuovo Codice della strada arriva in Corte Costituzionale. Dopo critiche, polemiche e richieste di revisioni che si sono susseguite nei mesi che hanno preceduto e seguito l’entrata in vigore delle nuove norme, ora si scrive un nuovo capitolo.

A seguito del primo ricorso effettuato da parte di un giudice, la Corte Costituzionale è chiamata ora a stabilire se la riforma voluta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, sia incostituzionale. In particolare, i giudici dovranno pronunciarsi sulle nuove regole che riguardano la guida a seguito dell’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope decidendo se queste violino o meno la Costituzione.

Perché il Codice della Strada 2025 è finito in Corte Costituzionale

Lo scorso 8 aprile, la giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Pordenone, Milena Granata, ha chiesto alla Corte Costituzionale di valutare la legittimità dell’articolo 187 del nuovo Codice della Strada. La giudice ha fatto presente che le nuove regole sull’assunzione di sostanze stupefacenti prima di mettersi alla guida non rispettano i principi di proporzionalità e ragionevolezza previsti dalla Costituzione.

Le regole in questione, specifica Granata, puniscono alcuni comportamenti che vanno oltre lo scopo di tutela della sicurezza stradale e dunque sono sproporzionate. Le nuove norme, infatti, stabiliscono che, se il guidatore presenta dei valori delle analisi (sangue, urine o saliva) positivi alle sostanze stupefacenti, questo deve essere punito, indipendentemente dal fatto che si trovi effettivamente in uno “stato di alterazione psicofisica”.

Il ricorso fatto alla Corte Costituzionale è partito dalla richiesta di condanna di una donna che è risultata positiva agli oppioidi in seguito alle analisi svolte dopo un incidente stradale nel quale era rimasta coinvolta. La donna ha subito spiegato di non aver mai assunto sostanze stupefacenti. La positività delle analisi era dovuta all’assunzione di un antinfiammatorio per una cura che stava seguendo e di un ansiolitico preso dopo l’incidente.

Il magistrato Enrico Pezzi, però, si è visto costretto a chiedere la condanna per la donna per via delle norme contenute nel nuovo Codice della Strada. Non potendo procedere con l’archiviazione del caso, ha sollecitato la giudice a rivolgersi alla Corte Costituzionale.

Nuove regole sul Codice della Strada: punibile solo chi guida sotto effetto di stupefacenti

Un’altra importante novità sul Codice della Strada si riferisce alla nuova circolare del Ministero dell’Interno e della Salute relativa alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. In seguito a diversi ricorsi si è deciso di non effettuare sanzioni per consumi pregressi senza effetti sulla sicurezza stradale. Il documento diffuso dai Ministeri dell’Interno e della Salute chiarisce che il focus è sulla correlazione temporale tra assunzione e guida, senza considerare lo stato di alterazione psicofisica.

Il Ministero dei Trasporti ha poi specificato che le cure mediche, compresi i farmaci cannabinoidi, non sono oggetto di sanzione. L’obiettivo rimane dunque punire solo chi mina la sicurezza stradale facendo così luce su una delle tante controversie generative dalla normativa.

Tutti i problemi del Codice della Strada (e perché i monopattini rischiano di più)

Fin dall’inizio della sua approvazione il nuovo Codice della Strada è apparso poco chiaro e nebuloso su tanti fronti. In particolare, l’articolo 187 mette sullo stesso ago della bilancia condotte sanzionabili come l’uso di sostanze prima di mettersi alla guida con altre che non lo sono affatto, come nel caso dell’assunzione di oppioidi a scopo terapeutico o di sostanze stupefacenti diversi giorni prima di mettersi al volante.

Ma non è tutto. A distanza di molti mesi dall’entrata in vigore delle nuove norme, mancano ancora i decreti attuativi che rendono effettivi alcuni importanti cambiamenti da mettere in atto come nel caso delle novità previste per i monopattini elettrici.

Le nuove regole ne modificano l’uso con l’introduzione dell’obbligo della polizza, della targa e del caso per tutti i guidatori degli e-scooter senza dare però delle certezze agli utenti che usano questi mezzi quotidianamente.

Al momento, infatti, c’è un quadro informativo confusionario sia in merito alla targa che alla copertura assicurativa. Gli utenti sono così sprovvisti delle informazioni adeguate e hanno timore ad usare i monopattini elettrici perché potrebbero incorrere in sanzioni.

Problematiche queste che sono state esposte direttamente al Governo attraverso una lettera inviata da “Alleanza per la mobilità sostenibile”, la prima associazione di categoria legata al settore dei monopattini elettrici, di cui fa parte anche Platum, chiedendo delle modifiche al testo. Il MIT dal canto suo difende la normativa e al momento non è giunta nessuna risposta nei confronti della neonata associazione.

LEGGI ANCHE:

Ready2Ride di Platum unisce la comodità dell’acquisto online alla sicurezza del ritiro in negozio, con e-bike pronte...
Il nuovo report Cities in Motion 2025 di IESE Business School individua le 5 città più sostenibili...
Guida alla scelta del monopattino elettrico per bambini: consigli per l’acquisto, fasce d’età e caratteristiche del Ducati...
Set your categories menu in Header builder -> Mobile -> Mobile menu element -> Show/Hide -> Choose menu
Shopping cart

Unisciti alla community Platum

Resta sempre aggiornato sulle ultime novità e scopri in anteprima i nostri prodotti.

Privacy Policy