Un mezzo di trasporto a due ruote ecologico, leggero, facile da guidare, perfetto per spostarsi agevolmente in città e che in più dà una mano all’ambiente, perché riduce rumore e inquinamento. È l’e-moped o scooter elettrico, ciclomotore che fa parte della “famiglia” dei mezzi di micromobilità elettrica.
Il termine può trarre in inganno, ma non bisogna confondersi: non stiamo parlando dell’e-scooter, che è il termine inglese per riferirsi al monopattino elettrico. L’e-moped si guida da seduti e di solito ha un aspetto più simile ai ciclomotori a benzina, dai quali differisce però, tra le altre cose, soprattutto per la presenza di una batteria e un motore elettrico.
Come funziona lo scooter elettrico
Lo scooter elettrico funziona grazie a un motore elettrico alimentato da una batteria o da un set di batterie. Queste ultime però, a differenza di quanto accade ad esempio con le auto elettriche, di solito possono essere rimosse e trasportate.
Ciò significa che per ricaricare l’e-moped non serve una colonnina: basta estrarre la batteria, portarla a casa o in ufficio e collegarla all’apposito caricatore, che è simile a quello di un pc portatile. Il tempo di ricarica è di solito compreso tra le 3 e le 4 ore: una tempistica relativamente rapida che permette di ricaricare l’e-moped anche la sera o di notte, ad esempio, così da avere il mezzo sempre pronto all’uso ogni mattina.
Sono la minoranza, ma attualmente esistono sul mercato anche modelli di scooter elettrici che hanno batteria fissa e presa per la ricarica a bordo. La ricarica, in questi casi, può avvenire in garage o comunque in siti in cui è possibile collegare il mezzo a una presa della corrente.
La ricarica della batteria, per così dire, equivale al pieno di benzina: una volta completata, si può partire. Mediamente l’autonomia degli e-moped è compresa tra i 40 e i 100 km, in base al modello, al set di batterie presente e ad altri fattori.
Si tratta dunque di un’autonomia di molto inferiore rispetto a uno scooter a benzina, ma comunque più che sufficiente per compiere spostamenti in città, magari per coprire il tragitto casa-lavoro. L’e-moped si propone infatti proprio come mezzo di trasporto ideale per l’ambito urbano.
È meno faticoso da condurre rispetto a una e-bike, perché non richiede alcuno sforzo né spinta da parte dell’utente: anche usandolo su distanze relativamente lunghe o quando fa caldo, insomma, si può stare certi che si arriverà a destinazione senza essere stanchi e sudati. Un vantaggio interessante se si intende utilizzare questo mezzo per andare in ufficio o a qualche appuntamento di lavoro.
L’e-moped consente inoltre di viaggiare più velocemente e più comodamente di quanto accade su un monopattino elettrico, stando seduti, ma resta in ogni caso un mezzo molto agevole, leggero e pratico da utilizzare soprattutto nei contesti urbani.
Regole e obblighi per lo scooter elettrico
A differenza delle e-bike e dei monopattini elettrici, l’e-moped o scooter elettrico può circolare solo sulla carreggiata, non sulle piste ciclabili o nelle aree ciclopedonali. Deve ovviamente rispettare le norme del Codice della strada e la segnaletica orizzontale e verticale.
Lo scooter elettrico deve obbligatoriamente essere immatricolato (e quindi dotato di targa) e assicurato. Chi è a bordo deve inoltre indossare il casco. In base alle norme del Codice della strada, lo scooter elettrico può viaggiare massimo a 45 km/h se è omologato come ciclomotore. I mezzi omologati come motociclo, invece, hanno limiti di velocità maggiori.
Alcuni potrebbero chiedersi se serve la patente per guidare un e-moped. La risposta è sì: in Italia la patente è necessaria per guidare tutti i mezzi elettrici con un motore a propulsione elettrica azionato senza l’aiuto della forza muscolare. Per tale motivo non serve la patente per guidare una e-bike, ad esempio.
Se lo scooter elettrico ha potenza massima di 4 kW e velocità massima di 45 km/h, per guidarlo è sufficiente la patente AM, che si può conseguire dai 14 anni in su. Se la potenza è compresa tra i 4 kW e gli 11 kW serve invece la patente A1, che si può ottenere a partire dai 16 anni. Chi ha già la patente B può guidare ciclomotori elettrici con una potenza nominale fino a 11 kW.
Chi non rispetta questi obblighi normativi può incorrere in sanzioni che vanno da cento a diverse migliaia di euro.
Qual è il migliore scooter elettrico
Il migliore scooter elettrico è leggero, maneggevole, pratico da usare nei contesti urbani e ha tempi di ricarica non eccessivamente lunghi. Con un “pieno”, inoltre, dovrebbe garantire un’autonomia sufficiente a compiere tutti gli spostamenti della giornata senza preoccupazioni, anche percorrendo agilmente tratti in salita o strade con il fondo dissestato.
L’e-moped ha generalmente una potenza inferiore ai 4 kW. In base alle norme vigenti in Italia, dunque, può circolare sulle strade urbane ma non in tangenziale né in autostrada, dove la circolazione è consentita solo ai mezzi con una potenza superiore a 11 kW.
Questa caratteristica, unita al limite di velocità a 45 km/h, al peso e alle dimensioni ridotte (di solito inferiori rispetto a quelle di uno scooter tradizionale) e alla grande facilità di guida e di parcheggio, lo rendono un mezzo di trasporto ideale per spostarsi in città.
Si tratta insomma di un’alternativa alla macchina sostenibile, sicura e comoda da usare, anche perché permette di aggirare il traffico e di risparmiare il tempo che di solito si spreca cercando parcheggio all’ora di punta o aspettando l’arrivo dei mezzi pubblici. Potendo essere guidato senza sforzo, è un mezzo adatto a tutti: anche a chi non è fisicamente allenato.
Trattandosi di un mezzo di micromobilità elettrica, inoltre, l’e-moped comporta dei benefici anche a livello ambientale, proprio come monopattini elettrici e e-bike. A differenza delle auto, dei motocicli e dei ciclomotori tradizionali, lo scooter elettrico non produce emissioni di CO2 durante l’utilizzo e non contribuisce all’inquinamento acustico né dell’aria.
Quali sono i prezzi per uno scooter elettrico
Quanto costa un e-moped? Dipende da vari fattori, inclusi il brand, le tecnologie usate, l’autonomia della batteria e la potenza.
Gli scooter elettrici meno potenti (fino a 4 kW) possono costare generalmente tra i 1500 e i 5000 euro. Se la potenza e l’autonomia della batteria salgono, invece, lo stesso accade al prezzo: in questo caso la spesa oscilla tra i 7000 e i 15.000 euro.
L’investimento iniziale non è poco, insomma, ma bisogna segnalare che rispetto a uno scooter o a un’auto tradizionale c’è un risparmio a medio e a lungo termine. I costi di gestione e manutenzione dell’e-moped sono infatti molto più bassi. Inoltre, il “pieno” costa circa 2-3 euro: una cifra imparagonabile al classico rifornimento di benzina o diesel.
Tra le spese di gestione dell’e-moped bisogna includere la manutenzione ordinaria e straordinaria, il cambio delle gomme, da fare quando necessario, e l’assicurazione.
Come già accennato, infatti, in Italia per i ciclomotori è obbligatoria la copertura RC o Responsabilità Civile, che serve a rimborsare gli eventuali danni causati a terzi in caso di incidente. È una eventualità che bisogna considerare quando si è utenti di strade particolarmente trafficate e condivise con pedoni, bici e auto.
Per uno scooter elettrico, la RC costa generalmente intorno ai 100-200 euro all’anno. Questa cifra può ovviamente aumentare se si aggiungono garanzie extra, come ad esempio l’assicurazione contro i furti, la copertura per gli infortuni del conducente e il risarcimento delle spese legali.
In base alla compagnia assicurativa scelta, potrebbe esserci la possibilità di estendere allo scooter elettrico una polizza già esistente (ad esempio quella per l’automobile) oppure di stipulare un’unica copertura assicurativa estesa, che tuteli cioè l’utente ogni volta che è alla guida di un mezzo di trasporto, sia esso la macchina, l’e-moped, la bici elettrica o altro.
Come è fatto il motore elettrico dello scooter elettrico
Il motore elettrico dell’e-moped funziona grazie a forze elettromagnetiche. Detto in parole molto semplici, dentro il motore ci sono dei magneti (o elettromagneti), che generano un campo magnetico, e dei fili elettrici, che, quando passa la corrente, generano un campo elettromagnetico.
L’interazione tra questi campi permette di convertire l’energia elettrica trasmessa dai fili in energia cinetica, la quale, trasferita alle ruote, consente il movimento del mezzo.
Una caratteristica del motore elettrico degli scooter elettrici è che non ha una cilindrata, come invece accade nei ciclomotori a combustione. La cilindrata, che viene espressa in centimetri cubici (cc), indica la capacità del motore. In generale più la cilindrata è grande, maggiore sarà la potenza del motore.
Nel caso dei ciclomotori a benzina si parla ad esempio di un 125cc, un 600cc, e così via. Nei motori elettrici invece la potenza viene misurata in kW o in cavalli hp, dove 1 kW corrisponde a 1,36 hp.
Volendo fare un paragone, un e-moped da 4 kW corrisponde più o meno a un ciclomotore da 50cc (il cosiddetto cinquantino), mentre un mezzo da 11 kW equivale a un 125cc. I motocicli con motori elettrici di potenza superiore, ad esempio 50 kW, sono invece l’equivalente di una moto di media potenza.
Un’altra differenza tra motore a combustione ed elettrico è l’efficienza. In entrambi i casi il motore deve produrre energia cinetica per consentire il movimento. Nel primo caso però questa produzione avviene a partire dall’energia termica prodotta dalla combustione del carburante, nel secondo, come detto, avviene a partire dall’energia elettrica immagazzinata nella batteria.
La conversione dell’energia termica in energia cinetica è però inefficiente, perché una grande parte dell’energia viene dispersa in calore. Al contrario, la maggior parte dell’energia elettrica viene trasformata in energia cinetica e solo una piccola parte viene dispersa nel processo. Questo rende il funzionamento del motore elettrico più efficiente.