Iniziamo col dire che truccare una e-bike è assolutamente sconsigliabile: innanzitutto perché è molto pericoloso, ma anche perché è potenzialmente illegale.
La bicicletta elettrica è pensata e progettata per rispettare determinati standard prestazionali. Modificare il veicolo significa sottoporre le sue diverse componenti a uno stress eccessivo, che potrebbe provocare danni anche molto gravi.
Allo stesso tempo una e-bike in grado di superare il limite di velocità di 25Km/h di fatto contravviene alle indicazioni della legge italiana. Dunque intervenire sulla costituzione del veicolo (ad esempio andando a toccare il motore) significa esporsi a sanzioni potenzialmente pesanti.
Perché truccare una bici elettrica è illegale
Modificare l’assetto e le funzionalità di una bicicletta elettrica è in molti casi illegale, soprattutto nel caso in cui la modifica vada a riguardare il motore o la batteria dell’e-bike. Le ragioni dietro questo divieto vanno cercate all’interno del quadro normativo italiano, che identifica in maniera univoca le caratteristiche dei veicoli dotati di motore elettrico ausiliario.
La legge italiana tende a distinguere tra i veicoli tecnicamente considerabili come e-bike e i cosiddetti pedelec: secondo il Legislatore, si può parlare di e-bike quando il motore non ha la possibilità di azionare il movimento del veicolo. Si parla invece di pedelec nel momento in cui il motore dell’e-bike è in grado di azionare il veicolo in maniera autonoma, senza che quindi sia richiesto alcun tipo di pedalata da parte del conducente.
In entrambi i casi, il limite di velocità massimo imposto è di 25 Km/h e a ciò si aggiungono ulteriori limitazioni legate alla potenza del motore: nel caso dei velocipedi a pedalata assistita la potenza nominale continua non può essere superiore a 0,25 kW, mentre nel caso dei veicoli con motore ausiliario la potenza non può essere superiore a 1 kW.
Cosa rischi se trucchi la tua e-bike
Chi mette sul mercato una bicicletta elettrica modificata contravviene alla legge Italiana e rischia una sanzione amministrativa, con una somma che può variare da un minimo di 1.084 euro a un massimo di quasi 4.500 euro.
Le e-bike modificate potrebbero inoltre venire considerate come dei ciclomotori, mettendo il loro pilota nella condizione di incappare in ulteriori contravvenzioni: dalla guida senza certificato di circolazione a quella senza assicurazione; dalla guida senza casco a quella senza patente.
Detto questo, il rischio più importante è quello che riguarda la sicurezza e la salute di chi guida. Modificare una e-bike significa sottoporla a sforzi imprevisti, che potrebbero portare a un’usura precoce di diverse componenti chiave.
Ad esempio il motore e la batteria dell’e-bike potrebbero surriscaldarsi fino ad arrivare all’incendio e gli impianti frenanti potrebbero diminuire la loro capacità di intervento. Allo stesso modo le ruote potrebbero consumarsi anzitempo, provocando una riduzione drastica della guidabilità del veicolo.